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Autore: Mario Ferraguti - Editore: Diabasis - Giugno 2010 - Pagine: 270 - Prezzo: € 16,00.

Il viaggio intrapreso in questo libro, alla ricerca di un folletto, parte da ricordi ormai lontani, una storia raccontata per secoli e quasi persa nel tempo su una creatura magica e dispettosa fa da filo conduttore per raccontare uno spaccato di cultura popolare contadina La ricerca ostinata dell'autore per riportare alla luce i racconti tramandati nei paesi dell'Appennino tosco-emiliano dalle memorie degli anziani, ci riporta così a riscoprire tradizioni quasi perdute e dimenticate. La cultura trasmessa oralmente nelle stalle e nei fienili, dove ci si intratteneva alla sera con le famiglie, riportano alla memoria le lotte tra il bene e il male, tra l'ambiente conosciuto del paese e l'ambiente sconosciuto dei boschi I racconti mitologici, riportati anche da paesi lontani che hanno visto tanti montanari emigranti, si intrecciano con i demoni e gli spiriti della religione cristiana, con i riti derivanti da un paganesimo non lontano, con l'onnipresente superstizione e con le favole raccontate dopo le faticose giornate di lavoro. Il racconto diventa così il metodo preferito per esorcizzare la paura, il male, la sfortuna e l'incertezza di una vita trascorsa tra fatica e miseria, ma viene anche usato per tramandare usi e consuetudini di popoli che hanno lasciato segni indelebili del loro passaggio. La natura, che dettava i ritmi di vita tra bosco e campi, stalla e pascoli diventa una delle principali fonti di ispirazione per la creazione di personaggi magici e misteriosi, vista a volte come madre buona e a volte come matrigna crudele, rappresenta il mondo semplice e arcaico in cui si viveva, tra paure e sicurezze, salute e malattie, fortune e sfortune.  Leggendo il libro si riallacciano collegamenti tra storie diverse tra loro e si arriva a dare un ordine all'apparente disordine di storie così diverse tra loro. Appare chiaro come tradizioni nordiche, animali mitologici e letture bibliche siano stati sapientemente mescolati, trasformati e riproposti all'ingenuità popolare contadina da cantastorie di origine medioevale chiamati "folai" che non raccontavano solo favole ai bambini ma spiegavano anche un mondo sconosciuto lontano dal paese. Personalmente, leggendo il libro, ho potuto ricordare racconti che sentivo da mia nonna su biscioni capaci di ipnotizzare e bastonare, rettili sudamericani  che diventavano impersonificazioni del demonio, luoghi presidiati da madonnine dove si sentivano gli spiriti e alberi custodi di tesori. Questi racconti, che per mia nonna erano verità intoccabili, rappresentavano in realtà l'attaccamento, il ricordo e la nostalgia per la propria storia, la propria terra e gli affetti ormai perduti nel tempo, un filo molto forte da non lasciare tagliare da nessuno. Con le conoscenze di oggi possiamo capire le motivazioni, ricostruire le esperienze di vita, rivivere le paure e le insicurezze umane e collegando discipline come psicologia, religione, storia, zoologia, mitologia e letteratura possiamo tracciare un filo continuo che collega tutto. Carta e parole, favole e storie, che ci aiutano a non perdere la memoria del passato e a ricordare sempre la nostra storia.

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Autore: Matteo Incerti e Valentina Ruozi - Editore: Aliberti - aprile 2011 - Pagine: 349 - Prezzo: € 18

Aliberti editore ci regala, attraverso l’abile penna degli autori Matteo Incerti e Valentina Ruozi, la magnifica ricostruzione di una vicenda storica realmente accaduta nel lontano ’45 sui nostri monti. Chissà cosa avranno pensato i nostri paesani quella fredda domenica mattina (4 marzo 1945) intravedendo numerosi paracadutisti punteggiare il cielo sul Cusna. Sicuramente, ancora provati dal rastrellamento del luglio ’44 per opera dei nazisti (della “Goering”) che li avevano privati dei cari giovani Alberto Fiorini, Agostino Giovannini e Don Giuseppe Donadelli, non avrebbero certo immaginato che di lì a poco quel manipolo di soldati avrebbe inflitto un duro colpo al nemico invasore. Fu da quel Dakota Statunitense decollato a Livorno, che si lanciarono i primi sette paracadutisti del 2° Reggimento SAS (Special Air Service), i famosi Commando dell’esercito britannico.

Ad attenderli al campo base allestito ai piedi del Cusna, (Case Balocchi), vi erano alcuni partigiani del “Gufo Nero” e altri inglesi capitanati da Michael Lees appartenente al SOE (Special Operation Executive).
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Ricordiamo che la base della missione inglese e dei partigiani del “Gufo Nero”, comandati dal partigiano Glauco Monducci detto “Gordon”, si trovava a Secchio. Successivamente si sarebbero poi paracadutati 33 militari insieme a numerosi armamenti, tra cui anche il leggendario cannone “Molto Stanco” da 75mm, utilizzato anche dal garibaldino Roberto Trinelli “Fanfulla” a Reggio nei giorni precedenti il 25 aprile per intimidire la resistenza del comando fascista.

Roy Farran paracadutatosi contravvenendo agli ordini, (sarebbe dovuto rimanere sull’aereo per ritornare al comando a Firenze), chiese a Lees di poter guidare il battaglione scelto per “Operazione tombola”.

Così era chiamata in codice l’operazione militare affidata a questo battaglione alleato, (composto di commando inglesi, partigiani appartenenti a diverse squadre, ex prigionieri russi capitanati da Victor Pigorov detto “Modena”, disertori austriaci e tedeschi), che avrebbe sferrato l’assalto al comando nemico di Botteghe d’Albinea. Qui, infatti, era insediato il 51’ corpo motorizzato (Gebirgs Korps) e costituiva un importante nodo di collegamento diretto con il Quartier Generale del 3° Reich a Berlino per tutte le decisioni sul fronte della Linea Gotica. Queste due ville antiche oltre ad ospitare numerosi militari, servirono anche: villa Calvi come sede dei documenti e dell’archivio cartografico e villa Rossi sede a volte d’importanti ufficiali, come il Generale Kesserling e il Generale Hauck.

Tutta l’operazione si svolse anche grazie al coraggioso lavoro delle giovani donne impiegate come staffette di collegamento tra Botteghe e la montagna. All’una e trenta del 27 marzo 1945, cento uomini, accomunati da un unico fine (la Libertà) e accompagnati dalle note di Highland Laddie suonate dal Piper d’assalto scozzese David Kirkpatrick (oggi ottantottenne), misero a ferro e fuoco le due ville evitando così il possibile bombardamento aereo alleato, salvando la vita a diversi civili.

Da questa vicenda ricostruita magistralmente con anni di lavoro, viaggi, ricerche, interviste, si sviluppano bellissimi intrecci di storie fra i vari protagonisti. Nascono cinque amori tra partigiani e staffette, una bambina (Sandra di Castiglione d’Asta) riceve in dono da un militare inglese un bracciale di sterline che ancora oggi custodisce gelosamente, un’altra bambina riceverà, (nel settembre del 51’ a Brisban), un identico bracciale dal suo papà russo, una giovane ragazza in montagna si sposerà indossando un vestito ricavato dal paracadute donatogli dal Piper scozzese David e altre bellissime e commoventi vicende.

Inoltre grazie a questo libro dieci di quei cento protagonisti potranno rincontrarsi dopo sessantasei lunghi anni. Il testo è corredato anche da 39 foto d’epoca, alcune mappe e numerose biografie dei vari personaggi. Insomma veramente un bel libro da consigliare, molto coinvolgente, fedele nella ricostruzione, semplice nella scrittura con giusta misura nella narrazione romanzata. Veramente bravi gli autori.

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A cura di: Daniele Canossini, Fabio Dolci, Matthias Durchfeld, Massimo Storchi

Editore: Istoreco / RS libri - pag. 200 - euro 10

Istoreco / RS libri presenta, a distanza di dieci anni, la seconda pubblicazione storico-escursionistica relativa alla resistenza partigiana nel nostro Appennino. Nella piccola guida vengono presentati quindici ipotetici sentieri legati ai principali luoghi teatro della resistenza al nazi-fascismo nel più ampio contesto della Seconda Guerra Mondiale. Dopo l'8 settembre 1943 infatti numerose formazioni partigiane si aggregarono rifugiandosi nei nostri monti, preparandosi a una dura lotta contro l'occupazione nazista che sarebbe durata venti mesi, fino al 25 aprile 1945, giorno della Liberazione. Ogni percorso viene descritto in modo accurato, sempre corredato da immagini attuali a colori e da belle foto d'epoca. Inoltre ad ogni sentiero viene assegnato dagli autori un nome significativo, sempre legato ad un tema specifico. Dopo una prima presentazione con informazioni d'avvicinamento riguardanti durata, lunghezza, difficoltà e le località che si andranno ad incontrare, si passa ad un'accurata descrizione del sentiero. La lettura continua con interessanti memorie storiche legate a testimonianze riguardanti le località incontrate durante il tragitto. Chiude bene la scheda storica, che completa la descrizione, fornendo al lettore notizie reali riguardo al tema specifico del percorso. Alla fine vengono riportate anche utili informazioni turistiche relative a punti di ristoro, rifugi e punti per il pernottamento. Di facile consultazione e lettura, la guida si presenta come ottimo strumento per avvicinare il lettore ai luoghi dell'Appennino ricchi di bellezze naturali e preziose memorie storiche. L'unica annotazione che mi sento di segnalare si riferisce ad un'imprecisione presente negli approfondimenti del "Sentiero dei rastrellamenti". Essendo originario di Vallisnera infatti, conosco perfettamente il luogo in cui quel triste 2 luglio 1944 vennero fucilati il parroco Don Giuseppe Donadelli, il sedicenne Alberto Fiorini ed il ventenne Agostino Giovannini. Si tratta infatti, come tra l'altro descritto in modo ammirevole da Giuseppe Giovanelli in "Don Giuseppe Donadelli, un uomo di pace travolto dalla guerra", di una piccola radura posta ai piedi di Vallisnera di sotto denominata "La Piana". Nella guida invece si fa erroneamente riferimento allo "...spiazzo sopra al paese, dove oggi sorge il monumento che ricorda l'episodio". Tengo a sottolineare che quest'annotazione non vuole essere assolutamente critica e negativa nei confronti degli autori. Per avere comunque una visione approfondita riguardo il triste evento dell'eccidio di Vallisnera, consiglio la lettura del toccante libro di Giuseppe Giovanelli (Don G. Donadelli....). Nel libro infatti l'autore riporta con grande sensibilità i momenti salienti della vita di un piccolo e umile parroco di montagna dedito fino alla morte al conseguimento della sua missione pastorale. Il libro è anche la testimonianza del modo di vivere delle nostre genti in quegli anni difficili, dove i sogni e la speranze per un futuro migliore servivano ad alleviare le sofferenze e la paura della morte.

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Autore: Rachele Grassi Bislimovski - Casa editrice: Palatina Editrice - Pag. 150 - € 20
 
Uno dei libri presentati nella giornata del 29 giugno 2008, in cui si è svolta la tradizionale rievocazione storica dello Statuto di Vallisnera.
La pubblicazione, tratta dalla tesi di laurea dell'autrice, ripercorre questi ultimi anni di studi in cui si è analizzato l'antico passato di Vallisnera.
La ricerca documentale, l'ascolto attento delle testimonianze tramandate per generazioni e i pochi reperti archeologici vengono intrecciati tra loro come fili di un tessuto per ricostruire la storia, non solo della famiglia Vallisneri, ma di tutto il territorio tra le valli del Secchia e dell'Enza.
Sebbene quest'area sia stata considerata nel recente passato solo una terra isolata e povera da cui fuggire con l'emigrazione, viene oggi finalmente rivalutata, oltre che dal punto di vista ambientale, anche da quello storico.
Abitato fin dal mesolitico, il crinale tra l'Emilia e la Toscana è stato conteso tra Celti, Liguri, Etruschi, Longobardi e Romani, poichè costituiva una via di comunicazione fondamentale tra mare e pianura.
Oggi, purtroppo, è difficile ricostruire tutte le vicende storiche dei feudi medioevali, che hanno dominato su queste terre, ma seguendo il filo conduttore dell'antica famiglia Vallisneri l'autrice ci permette di ripercorrere una storia quasi dimenticata.
 

...benchè facessero omaggio a chi dominava da Reggio, di fatto erano più che mai indipendenti, resi arditi dall'asprezza dei luoghi. Lungo e difficile è determinare i loro feudi.....ginepraio di giurisdizioni, di contese e talvolta di atroci delitti.

Copertina del libro
 
Autore: Giuseppe Giovanelli - Edizione a cura delle Parrocchie di Collagna e Vallisnera - pag. 67

La vita di Don Giuseppe Donadelli, vittima dei nazisti a  Vallisnera nel 1944, insieme a due suoi compaesani. Il racconto di una vita semplice dedicata agli altri.
In questo racconto di sessantasette pagine, è rappresentata l'assurda dicotomia dell'uomo: l'altruismo, il coraggio, la pietà, l'amore contrapposte al più cieco, fanatico e crudele, odio.
Da leggere per non dimenticare.